Buongiorno Reader
questa è la mia newsletter che riguarda l’impatto della tecnologia nelle nostre vite, nel lavoro e nelle relazioni.
Iniziamo con tre cose:
- Mentre partirà questa newsletter, starò per salire in un aereo. Amo viaggiare lato finestrino e incontrate i miei pensieri. Direzione Malta.
- Sto leggendo l'ultimo libro di Oliver Burkeman, uno dei miei autori preferito. Molto interessante.
- Ti ho rotto le scatole da più di un mese: settimana prossima non perdere la newsletter. Ti devo dire una cosa molto importante.
Tre, due, uno. Partiamo.
🎧 Wooow, lo sai vero che ogni martedì esce una nuova puntata del mio nuovo podcast?
👉 In questa (ULTIMA) puntata parlo di un argomento molto attuale del "Attenzione rubata: come riconquistarla" QUI SU SPOTIFY
Il trucco per non farti male due volte
Ieri è stato il mio compleanno. Il 4 marzo, lo stesso di Lucio Dalla.
Non ho lavorato. Solo una piccola call di 15 min. Era veramente urgente.
Ho scelto di godermelo con le persone che contano.
Poi, dopo la palestra, mi sono fermato per un caffè. Un piccolo momento, tutto mio.
Te l’ho detto che sono un Pesci ascendente Pesci, vero? Ma, più di tutto, sono una persona che ha bisogno di solitudine e spiritualità.
E proprio in quel caffè, baciato dal sole, mi è tornata in mente un'immagine che spesso mi aiuta a disinnescare.
Ieri mattina, quando ho lasciato mio figlio al nido, ha iniziato a piangere. Per la prima volta, sta vivendo il senso di separazione.
Ed è lì che ho visto chiaramente la prima freccia.
la prima freccia: il dolore che non possiamo evitare
Nella psicologia buddista, si dice che nella vita siamo inevitabilmente colpiti da due frecce.
Immagina di camminare tranquillo, quando all’improvviso… una freccia ti colpisce.
Fa male. È un colpo improvviso, inaspettato. Non potevi evitarlo.
Questa è la prima freccia della vita.
- Il fallimento.
- Il rifiuto.
- La perdita.
- L’errore.
- Il dolore, quello vero.
Tutti, prima o poi, veniamo colpiti dalla prima freccia. È inevitabile.
Ma sai cosa succede subito dopo?
Noi stessi prendiamo un arco… e ci scagliamo addosso una seconda freccia.
Perché la prima freccia – il dolore iniziale – non ci basta.
Dobbiamo aggiungere colpa, vergogna, autocritica, paura.
- Hai fallito? E allora ti dici che non vali niente.
- Hai sbagliato? E allora ti torturi per ore, giorni, settimane.
- Ti hanno rifiutato? E allora ti convinci che non sarai mai abbastanza.
La seconda freccia non arriva dalla vita. La scagliamo noi.
E qui sento già la voce del cinico di turno che dice:
"Ma dai, Alessio, se ti succede una cosa di merda è normale stare male. Mica puoi spegnere le emozioni con un interruttore."
E hai ragione. Non si tratta di non sentire il dolore.
Si tratta di non moltiplicarlo.
Perché la seconda freccia è facoltativa.
la seconda freccia e il mio viaggio nella psicoterapia
Riflettendo su questo, mi sono ritrovato a ripensare ai miei anni di psicoterapia.
Alla teoria della nascita di Massimo Fagioli, che ho letto, studiato e conosciuto sulla mia pelle.
Se oggi riesco a disinnescare la seconda freccia, è perché mi sono curato anche grazie a quel metodo.
Fagioli parlava della ferita primaria che tutti noi portiamo dentro, quella legata al momento della nascita, alla separazione dalla madre.
Quella che ci rende vulnerabili al senso di perdita, di abbandono, di inadeguatezza.
E così, la seconda freccia non è solo il rimuginare sulle cose. È più profonda. È l’eco di qualcosa di antico dentro di noi.
Ed è per questo che imparare a lasciarla andare non è solo una questione di mindset… ma di cura.
Il digitale è un moltiplicatore di seconde frecce.
Una volta, almeno, per colpirci con la seconda freccia dovevamo farlo da soli.
Oggi no.
Oggi ci pensa lo smartphone, i social, le notifiche, i messaggi non letti, le email senza risposta.
- Aspetti che qualcuno visualizzi il tuo messaggio e ti convinci di aver detto qualcosa di sbagliato.
- Vedi un post di un collega che ha ottenuto un successo e ti senti indietro, in ritardo, mai abbastanza.
- Scorri i social e trovi vite perfette, relazioni felici, carriere in ascesa e ti chiedi cosa non va nella tua.
- Controlli le email di sera e senti un senso di urgenza che rovina il tuo riposo.
Tutte seconde frecce che il digitale non solo amplifica, ma scaglia a raffica.
E allora, la prossima volta che ti senti travolto, fermati e chiediti:
Sto soffrendo per qualcosa di reale, o è il digitale che sta tirando la corda delle mie insicurezze?
la carezza al cuore
Lo so. Anche tu, in questo momento, hai una seconda freccia piantata da qualche parte.
Forse è qualcosa che hai detto e vorresti non aver detto.
Forse è quel progetto che non è andato come volevi.
Forse è un errore, e continui a chiederti come hai fatto a sbagliare.
Forse è un confronto con qualcuno che sembra sempre un passo avanti a te.
E se ti dicessi che puoi lasciare andare?
Che puoi smettere di colpirti da solo?
A volte basterebbe un respiro.
Un caffè al sole.
Un piccolo gesto di gentilezza verso te stesso.
il consiglio di questa quaresima: la selettiva ignoranza
Oggi inizia la Quaresima. Un tempo che ci invita a lasciar andare, a sottrarre invece che aggiungere.
E allora, proviamo un piccolo esercizio:
Essere selettivamente ignoranti.
- Ignora gli argomenti che ti prosciugano l’attenzione.
- Smetti di seguire le persone che ti prosciugano l’energia.
- Abbandona i progetti che ti prosciugano il tempo.
- Non stare al passo con tutto.
Più impariamo a essere selettivamente ignoranti, più diventiamo ampiamente informati su ciò che davvero conta.
E allora la prossima volta che qualcosa ti fa soffrire, prova a fermarti. Respira. E chiediti:
Questa è la prima freccia? O mi sto infliggendo la seconda?
Io, oggi, ho scelto di disinnescare.
E tu?
ultimo posto disponibile per il retreat all’eremo!
Si è appena liberato un posto e, solo per questo, il prezzo è di 397 euro.
Un'opportunità unica per riconnetterti con te stesso in un luogo di pace. Lo prendi?