Buongiorno Reader
questa è la mia newsletter che riguarda l’impatto della tecnologia nelle nostre vite, nel lavoro e nelle relazioni.
Iniziamo con tre cose:
- Te lo svelo, piano piano poi te lo dirò meglio: sono il direttore artistico di un festival. Non posso dirti altro. Usciremo con la notizia il 12 marzo.
- Settimana prossima si vola a Malta per condurre un corporate retreat di un'azienda che stimo tantissimo: Gattinoni Viaggi.
- Te lo avevo detto che anche quest'anno dal 2 al 8 luglio ci sarà la summer week a Canazei per i ragazzi dagli 11 ai 17 anni? Guarda qui
Tre, due, uno. Partiamo.
🎧 Wooow, lo sai vero che ogni martedì esce una nuova puntata del mio nuovo podcast?
👉 In questa puntata parlo di un argomento molto attuale del "Tecnologia e giovani: vietare non è mai la soluzione" QUI SU SPOTIFY
è il tempo perfetto per incontrare
Ti scrivo mentre il treno corre veloce tra le montagne, riportandomi a casa. Guardo fuori dal finestrino e ripenso ai giorni trascorsi in Trentino, dove un progetto nato quasi due anni fa ha preso forma: creare il primo distretto turistico dedicato al benessere del sonno.
A proposito, hai già ascoltato la puntata del mio podcast uscita la settimana scorsa?
Ero da poco partito da Trento quando il telefono ha squillato.
Numero sconosciuto.
"Ciao Alessio, sono XX."
La mia voce si è bloccata. Il cuore ha accelerato.
Ho chiuso la chiamata. Dovevo prendere un respiro, uscire dalla carrozza silenzio. Poi ho richiamato.
Dall'altra parte c'era lei. Si avevo capito bene.
Mi aveva appena chiamato lei. Una delle mie cantautrici preferite, quella che mi ha accompagnato nei momenti di solitudine, quando cercavo di incontrare l’altro da me.
Mi parlava come se mi conoscesse da sempre.
Mezz’ora surreale, intensa. Come se l’universo mi stesse mandando un segnale.
Aveva trovato il mio numero da una mail che le avevo scritto qualche settimana fa. Prima che salisse sul palco di Sanremo.
L’ho invitata a una cosa speciale che sto organizzando.
Non mi aspettavo che mi rispondesse alla mail. Mi ha chiamato.
E invece, eccola lì, dall’altra parte della linea, a parlarmi con una naturalezza che mi ha spiazzato.
di segnali e incontri
La sera prima, nel cielo stellato della Val di Sole, ne avevo chiesto uno. Un segno, una risposta.
Forse era solo suggestione, ma poi ho incontrato Augusto.
Un cameriere di sessant’anni, romagnolo, da dieci stagioni nello stesso hotel. Mai visti prima.
Dopo un po' si avvicina, si presenta e mi dice:
"Non ho la Ferrari, ma mi sento ricco."
Mi racconta delle sue mattine. Di quando si sveglia presto, cammina fino a un paesino di 26 persone e si siede su una panchina ad ascoltare il silenzio.
L’unico suono è l’acqua della fontanella.
Me lo raccontava con una gioia che oggi sembra quasi rivoluzionaria.
Poi mi guarda e dice:
"Non so perché te lo sto dicendo, ma sento che tu puoi apprezzare."
E poi c’è Attilio. Lui lo conosco da quasi due anni. Ha seguito tutto il percorso che ho fatto in Val di Sole, sul benessere del sonno.
Ieri, nei saluti finali, i nostri occhi parlavano senza che la bocca pronunciasse parola.
Ad un certo punto, mi stringe forte, mi abbraccia e dice:
"Ho una cosa per te."
E mi dona un cuscino fatto a mano di cirmolo, un legno che favorisce il sonno. Dicendomi "Grazie a te Alessio, la mia vita è migliorata".
il tempo perfetto per incontrare
Perché ti racconto questo mentre sto tornando a casa? Perché ho sempre creduto nelle persone e ho nutrito le relazioni.
Anni fa, anche quando non potevo permettermelo, prendevo treni dalla mia scomoda e verde Umbria solo per un pranzo, una stretta di mano, un dialogo capace di accendere qualcosa.
Oggi?
Oggi è (ancora di più) il tempo perfetto per incontrare.
Forse è proprio questo il nostro compito più importante: rimanere profondamente umani.
In un'epoca in cui l'intelligenza artificiale avanza velocemente e ci seduce con la sua efficienza, gli incontri autentici come quelli con Augusto e Attilio diventano atti quasi rivoluzionari di ben.essere.
Forse il vero lusso non sarà avere la tecnologia più avanzata, ma la capacità di guardarsi davvero negli occhi—quegli specchi dell'anima che nessun algoritmo potrà mai replicare.
Di sostenere quello sguardo fino a sentirsi visti, veramente.
Di sentire il calore di un abbraccio, di cogliere quel tremolio nella voce di qualcuno che ti racconta qualcosa di importante.
La nostra vera ricchezza sarà sempre nelle connessioni che non possono essere simulate.
In questa "purga del tutto e subito", diventa urgente e necessario rallentare e ricordarci, ancora una volta, che non siamo padroni di nulla. Iniziamo a collezionare sguardi.
un incontro per te
Desidero dire grazie a questi incontri, a questi segnali che "l'universo" ci manda quando meno ce lo aspettiamo.
Ecco perché non vedo l'ora di dirti cosa avverrà dal 20 al 22 giugno...
Un'opportunità per incontrare anche il tuo sguardo.
un piccolo consiglio:
Prova a creare zone di "riconnessione umana" nella tua giornata.
Quando entri in un bar, quando cammini per strada, quando sei seduto in treno—lascia lo smartphone in tasca.
Alza lo sguardo. Respira. Osserva.
È sorprendente quanti potenziali incontri evitiamo ogni giorno, lo sguardo fisso sullo schermo, perdendo l'opportunità di un sorriso, di una parola scambiata, di un momento condiviso con un perfetto sconosciuto che potrebbe cambiarci la vita.
Gli incontri più significativi spesso accadono proprio quando non abbiamo un filtro digitale tra noi e il mondo.
E tu?
Quando è stata l'ultima volta che un incontro ti ha cambiato dentro?
Forse è il momento di cercarne uno nuovo, intenzionalmente.
P.S. Maghi e Giulia, non sono riuscito a passare. Vi ho pensato forte forte. Recuperiamo presto.