😢 Ieri ho pianto. E non me ne vergogno


Buongiorno Reader

questa è la mia newsletter che riguarda l’impatto della tecnologia nelle nostre vite, nel lavoro e nelle relazioni.

Iniziamo con tre cose:

  1. Domani sarò allo SDA Bocconi per una lezione di Corporate & Digital Wellbeing all’interno di un Master che guarda al lavoro "di crescita" interiore e non solo.
  2. Oggi sempre a Milano dopo una formazione aziendale a Trenord, nel pomeriggio sarò dal notaio Francesco per una firma importante. Grazie.
  3. Se hai fretta, passa oltre. Ma se hai cinque minuti, allora ti racconto una verità. La mia. Forse anche un po’ tua.

Tre, due, uno. Partiamo.


mi prendo cura di tutti. ma di me chi si prende cura?

manca poco più di una settimana al Digital Detox Festival
e sto ricevendo messaggi bellissimi:


“Alessio, ma che hai creato?”
“È una figata, ci vediamo a Sauris!”
“Ma è pazzesco questo festival".

Sì, sono felice. Ma non solo.
Oggi voglio confidarti qualcosa.
Un segreto digitale, come quelli che da bambini si dicevano solo agli amici veri. Nell'orecchio.

Io, che spesso vengo cercato per dare consigli, stavolta sento il bisogno di chiedere.
Sono stanco. Lo ammetto.
Di tutto ciò che mi allontana da ciò in cui credo.
E ieri ho fatto una cosa semplice ma potente: mi sono fermato. Ho lasciato che il mondo digitale andasse avanti.

Non ho aperto le persiane del mio ufficio. Fa troppo caldo fuori.
Ma più che il caldo, volevo silenzio.
Volevo ascoltarmi.

A un certo punto ho sentito arrivare un’immagine.
Quando sei stanco, quando dormi poco perché i pensieri non si spengono mai,
o perché tuo figlio sta mettendo il suo 24° dentino (ne ha più di me!) succede qualcosa:


i pensieri smettono di essere pensanti e diventano pesanti.

E lì, in quel momento, ho iniziato a piangere.
Nel mio piccolo ufficio.
Un pianto lento, silenzioso, difficile da decifrare.
Era stanchezza, sì. Ma anche felicità, gratitudine, e un filo pesante di frustrazione.
Un pianto confuso e vero, che non ha chiesto il permesso.

L'ho accolto.
Mi ero dimenticato di quanto facesse bene.
Me ne dimentico troppo spesso.

E poi mi sono chiesto:


“Ma perché sto piangendo davvero?”

Sono cresciuto con la convinzione limitante che non si deve piangere. Che bisogna essere forti. Che bisogna tenere botta.

Ma oggi il pianto è una carezza. All'anima.
Una resa buona.Una forma di verità.

E so che anche tu, forse, ti senti così ogni tanto.
Ma non lo dici a nessuno, perché sei tu quellə che tiene tutto in piedi.
Per tutti. Sempre.

Ma poi… per chi? Per cosa?

"Sono sempre quellə forte del gruppo, ma chi chiamo io quando crollo?"

E allora no, non ti scrivo per raccontarti dei 40 speaker straordinari che arriveranno a Sauris:
ricercatori da Harvard e dalla Florida University, Lama Michel Rinpoche, psicoterapeuti, filosofi, autori.
Famosi o meno, tutti portano qualcosa di profondo.
Eppure… oggi sento che non è lì il centro.

Il punto vero è un altro:
mi sto accorgendo che (in questo ultimo periodo) sono troppo connesso online e scollegato da me.

Sì, proprio io.
Io che insegno a disconnettersi, a trovare equilibrio, a respirare nel presente.
Anche io inciampo. Anche io mi perdo.
Anche io, ogni tanto, ho bisogno di ricordarmi chi sono.
Da dove vengo.
E soprattutto, perché faccio tutto questo.

E forse è anche per questo che, mentre il Festival inizia,
oggi 11 giugno 2025, a Milano sto anche dando vita ufficialmente a qualcosa di più profondo.


Una nuova società. Un'altra missione.


Non una semplice impresa, ma una scelta di senso.
Un atto d’amore per chi - come me, come te -
si è persə nel rumore.
Per chi sente che qualcosa manca, anche quando sembra che tutto sia al suo posto.
Per chi ha bisogno di togliere il velo e (ri)tornare alla propria verità.

La chiamo casa, perché non sarà un’azienda qualsiasi.
Sarà un’azienda benefit, pensata per mettere al centro ciò che spesso viene lasciato ai margini:
il benessere, la spiritualità, l’umano.


Sarà uno spazio (reale e simbolico) dove il benessere incontra la spiritualità.


Dove ci si può fermare senza sentirsi in colpa.
Dove non servono risposte giuste, ma la libertà di porsi le domande vere.


Dove si impara non a performare, ma a sentire.
A stare. A respirare. A tornare interi.

Parlerà a chi è stancə di farcela sempre.
A chi è bravə a tenere tutto insieme,
ma ogni tanto si spezza, in silenzio.

A chi si sveglia nel cuore della notte con un nodo che non sa spiegare.
A chi sente che manca qualcosa,
ma non ha ancora trovato il nome.

Mi prendo cura di tutti, ma di me chi se ne prende cura?

Parlerà anche di quella voce sottile che ci ricorda che non dobbiamo guadagnarci la pace, il riposo, l’amore. Che possiamo esistere, così come siamo. Stanchi, fragili, vivi.

La tua fragilità non è il tuo fallimento, è la tua umanità.

La verità è che a volte ci perdiamo anche mentre facciamo tutto bene.
Puoi essere stancə. Puoi essere fragile. Puoi essere interə lo stesso.


Ci insegnano a prenderci cura di tutto. Ma chi si prende cura di noi?

E so già che qualcuno, leggendo queste parole, storcerà il naso.
Me li immagino, i messaggi. Li ho già ricevuti:

“Alessio, ti stai perdendo in chiacchiere new age.”
“Hai creato una roba spirituale solo per moda.”
“Ma chi vuoi aiutare, con 'ste cose?”

E va bene così.
Perché questa non è una trovata di marketing.


È un’urgenza.
È il mio modo per restare vivo.


Per dire che sì, possiamo cambiare. Possiamo aprirci. Possiamo non sapere tutto.
Possiamo farlo insieme.

Spiritualità, per me, oggi è questo:
fidarsi. affidarsi. lasciarsi andare.


Non mollare tutto, ma smettere di controllare ogni cosa.
Aprire le mani.
E sentirsi, finalmente, interə.

Ecco perché ti scrivo.
Perché mentre fuori tutto corre,
io provo a rimanere.
A stare.
A respirare.

E se verrai al Digital Detox Festival, sappi che non troverai solo un Festival.
Troverai un invito. Ci potremmo guardare negli occhi.


E se non puoi venire a Sauris, inizia da qui. Da ora.

Stasera, prima di andare a letto, fai questo:
Appoggia una mano sul cuore. Chiudi gli occhi.
E sussurra a te stessə:

“Grazie per non essere statə perfettə.
Per l’amore che ho dato, anche quando nessunə se n’è accortə.
Per averci provato, anche stancə, anche a metà.”

Ricorda: la tua imperfezione è un atto di amore.
Un territorio sacro da riconquistare,
da strappare al perbenismo, alla maschera, al dovere di essere sempre all’altezza.
È lì che si torna umani.
È lì che si torna interi.

Non serve altro. Solo questo riconoscimento. Questa piccola carezza che ti dai.

Perché la verità è semplice: meriti la stessa gentilezza che dai agli altri.

Hai il permesso di essere umanə.

Con tutto il cuore.

P.S. Se senti che queste parole ti hanno toccatə, non tenerle solo per te.

Condividile con un'amicə che ha bisogno di sentirsi meno solə. A volte basta sapere che qualcun altro ci capisce per iniziare a respirare di nuovo.


una chiacchiarata con il Lama Michel Rinpoche

E a proposito di spiritualità...

Domenica 22 giugno, a Sauris, avremo con noi Lama Michel Rinpoche - una delle guide spirituali più amate d'Italia, spesso ospite di Fabio Volo e seguito da migliaia di persone che cercano risposte autentiche.

Il suo talk si intitola "Dove vai così di corsa?"

una domanda che ci riguarda tutti, soprattutto quando ci accorgiamo che stiamo correndo verso tutto tranne che verso noi stessi.

Con la sua saggezza semplice e diretta, Lama Michel ci aiuterà a capire come rallentare non sia perdere tempo, ma ritrovarlo.

Come fermarsi non sia debolezza, ma la più grande forma di coraggio.

https://www.digitaldetoxfestival.it/programma/


🗞️ l'articolo della settimana

La scorsa settimana è uscito il mio nuovo articolo sulla rubrica di Donna Moderna, dedicato a un tema che sento profondamente: come riuscire davvero a staccare durante le vacanze.

Un grazie sincero al team di Donna Moderna, che mi ha accolto con una gentilezza rara e mi sono sentito parte di una family sin dal primo istante.

E poi, una bella sorpresa: la scorsa settimana ho conosciuto Nina Gigante, giornalista di Donna Moderna e grande anima del benessere.
Non ci crederete… abitiamo a pochi chilometri di distanza, eppure non ci eravamo mai incontrati.
È stato bello incrociarsi davvero, offline, come piace a me.


👨‍💻 i link della settimana

  1. Maria Elena Viola, direttrice di Donna Moderna nel suo editoriale parla di economia dell'attenzione e digital detox.
  2. Genialata o caz*ata? Arriva il metatelefono. Adoro il Milanese Imbruttito.
  3. Digital Detox Festival su Io Donna,

✏️ la frase della settimana

"Ieri ero intelligente, così volevo cambiare il mondo. Oggi sono saggio, così sto cambiando me stesso."
Rumi


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