Qui mentre partecipo al talk "Tu come stai"? condotto da Nicoletta Carbone. | Festival Economia Trento
non riesci a fermarti. Nemmeno cinque minuti?
La sala era piena. Anzi: oltre ogni posto disponibile. Una settantina di persone sono rimaste fuori. E mi è dispiaciuto profondamente.
Durante il talk ho parlato di burnout, benessere vero, stanchezza. A un certo punto, una donna ha preso il microfono. La voce era ferma, ma dentro… tremava.
“Complimenti per il talk, davvero interessante… però io provo una strana ansia quando mi allontano dal cellulare. Quando stacco nel weekend. Quando vado in vacanza. L’ansia che poi, al ritorno… è tutto troppo.”
Silenzio. E poi, decine di teste che annuiscono. Perché quella paura non è solo sua. È nostra.
Avrei voluto risponderle lì, con (più) calma e tempo, magari con una tisana in mano. Dirle che non è sola. Che anche il nostro corpo, a volte, ha bisogno di disintossicarsi dalla velocità. Che la paura del “troppo” al ritorno è reale ma non vince, se iniziamo a dosare piccoli vuoti quotidiani. E che staccare non significa perdere, ma riprendere contatto con ciò che conta.
Più tardi, mentre passeggiavo tra le vie di Trento, ho sentito quegli sguardi che ti osservano da lontano.
Hai presente quella sensazione? Quella timidezza negli occhi di chi ti riconosce ma non sa se avvicinarsi.
Poi una voce, gentile, quasi sorpresa:
“Sei Alessio Carciofi?”
“Sì...”
“Ho seguito un tuo corso quattro anni fa. Non sai quanto mi abbiano fatto bene le tue parole, i tuoi consigli.
Oggi volevo venire a sentirti, ma non ci hanno fatto entrare per limiti di capienza. E incontrarti qui mi è sembrato un bel segno per dirti grazie.
Continua a fare ciò che fai.”
Quelle parole mi hanno fermato. Mi hanno riempito.
Non è solo una questione di eventi o contenuti. È presenza. È connessione. È senso.
E in quel momento, tra una folla in movimento e un riconoscimento gentile, ho pensato a quanto siano importanti i gesti piccoli, silenziosi. A quanto conti lo sguardo. Il tempo sospeso. La semplicità.
il gesto che ci ricorda chi siamo
Ogni volta che parto da casa per prendere un treno, magari nelle prime ore della mattinata, lascio la macchina e cammino per alcuni minuti. Quel tratto attraversa un viale. Silenzioso. Mi accompagna alla stazione, come un piccolo rito d’inizio giornata.
Al secondo piano di una palazzina color ocra, c'è lei. Una signora anziana. Magra, occhi vivi. Sempre lì.
Mi guarda. Sorride. Mi dice: “Buona giornata.”
E io sorrido. E basta. Il tempo si ferma.
Non ci conosciamo. Ma in quello sguardo c'è tutto. Presenza. Umiltà. Vita vera.
Ed è lì che capisco quanto siamo diventati bravi a evitarla, la vita vera.
Corpi ricurvi. Occhi abbassati. Ogni momento un’occasione per rispondere a qualcosa, ascoltare qualcosa, controllare qualcosa.
Nel frattempo perdiamo tutto il resto: gli sguardi, le domande, la bellezza invisibile delle piccole cose.
Quel saluto è un promemoria: non tutto ha bisogno di essere produttivo per avere valore.
il silenzio che non vogliamo sentire
Ci muoviamo ricurvi sugli schermi. Ogni momento libero lo riempiamo: un messaggio a cui rispondere, un podcast, una cosa da sistemare.
Ogni pausa è un’occasione da “ottimizzare”. Ogni vuoto è scomodo.
Ma vuoi sapere la verità?
Forse non è il fermarsi che ci spaventa. È l’ascoltarci.
Sentire quanto sei stancə. Accorgerti che non stai vivendo davvero. Ammettere che stai rincorrendo qualcosa che non ti nutre più.
E allora resti connessə. Sovraccaricə. Occupatə. Per non sentire. Per non vedere.
Perché se ti fermi davvero… potresti sentire la voce che hai zittito da anni.
ed è lì che nasce questo progetto
Lo scorso anno, dopo il Festival di Trento, sono entrato in una libreria. Non cercavo niente. Solo silenzio.
Tra gli scaffali ho trovato una bustina di tè con dentro un piccolo libro. Un racconto da leggere nel tempo dell’infusione.
Cinque minuti. Solo cinque. Ma qualcosa si è aperto. Mi ero già innamorato di Narratè.
Mi sono detto: questa è una rivoluzione gentile. Così li ho contattati. Ho parlato con Adriano, persona splendida.
Questa settimana niente link. Ci rifaremo mercoledì prossimo. Promesso
✏️ la frase della settimana
“Nel silenzio impari a sentire quello che la velocità ti ha insegnato a ignorare.” Mark Nepo
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Buongiorno Reader questa è la mia newsletter che riguarda l’impatto della tecnologia nelle nostre vite, nel lavoro e nelle relazioni. Iniziamo con tre cose: Da oggi in edicola, su Donna Moderna, c’è un bellissimo pezzo firmato da Maria Elena Viola dedicato al retreat in un convento del 1200. Nel frattempo, Patrizio Roversi e Syusy Blady parlano del Digital Detox Festival nel loro TG di Turisti per Caso. Vedi il video qui. Settimana scorsa ho insegnato al Master Leading Self della SDA della...
Buongiorno Reader questa è la mia newsletter che riguarda l’impatto della tecnologia nelle nostre vite, nel lavoro e nelle relazioni. Iniziamo con tre cose: Domani sarò allo SDA Bocconi per una lezione di Corporate & Digital Wellbeing all’interno di un Master che guarda al lavoro "di crescita" interiore e non solo. Oggi sempre a Milano dopo una formazione aziendale a Trenord, nel pomeriggio sarò dal notaio Francesco per una firma importante. Grazie. Se hai fretta, passa oltre. Ma se hai...
Buongiorno Reader questa è la mia newsletter che riguarda l’impatto della tecnologia nelle nostre vite, nel lavoro e nelle relazioni. Iniziamo con tre cose: Settimana prossima avrò lezione in Bocconi all'interno del Master Leading Self: allenare le competenze di relazione e la gestione dello stress per aumentare l’impatto personale. Il 19 agosto presenterò il mio libro in Trentino. Quale migliore occasione per ritornare lì da quelle parti. Qui informazioni Giovedì, mi trovi in edicola su...