questa è la mia newsletter che riguarda l’impatto della tecnologia nelle nostre vite, nel lavoro e nelle relazioni.
Iniziamo con tre cose:
Da oggi in edicola, su Donna Moderna, c’è un bellissimo pezzo firmato da Maria Elena Viola dedicato al retreat in un convento del 1200.
Nel frattempo, Patrizio Roversi e Syusy Blady parlano del Digital Detox Festival nel loro TG di Turisti per Caso. Vedi il video qui.
Settimana scorsa ho insegnato al Master Leading Self della SDA della Bocconi. Bellissima esperienza.
Tre, due, uno. Partiamo.
quando dimentico l’essenziale, riportami a casa
Mentre leggi questa mia newsletter, sono in treno. Sto andando a Sauris. Un paese che fino a sei mesi fa era solo un nome su Google Maps. Oggi, invece, lo porto addosso. E non solo io.
C’è chi ha iniziato ad accostarlo a quei luoghi minuscoli che, per un attimo, hanno acceso qualcosa di grande. A Ventotene. A Barbiana. A Davos. E forse anche Sauris, oggi, ha le carte in tavola per fare la sua parte. O Forse è uno di quei momenti che non si ripeteranno così.
Ho chiuso la valigia un paio di ore fa. Vestiti. Scarpe. Fogli sparsi.
E una cosa che non pesa: l’intenzione, l'impatto, Quella che non si compra, non si misura. Quella che ti fa alzare quando sei stanco e andare comunque.
Lo faccio perché so cosa vuol dire perdersi dietro a uno schermo. Essere connessi a tutto, ma scollegati da sé. E lo so perché ci sono passato anch’io.
Fra due giorni inizia il primo Digital Detox Festival. Ne sono il direttore artistico. Un ruolo grande, che ho riempito a modo mio. Più di 40 voci: ricercatori, terapeuti, docenti, autori, medici, scrittrici. Persone diverse, unite da un intento comune. Ma il punto non è chi sale sul palco. Il punto è perché lo facciamo.
Ieri mattina ho rivisto Stefano. Un amico fraterno. Vive a Santo Domingo, non ci abbracciavamo da agosto. Ci siamo trovati in uno studio, luce bassa, silenzio pieno.
Quel tipo di spazio che sembra trattenere qualcosa. Era fresco, ma dentro c’era un’energia buona. Ci siamo seduti uno accanto all’altro. Poche parole, molti silenzi. A un certo punto mi guarda. Mi guarda davvero. Poi scuote leggermente la testa e mi dice, piano:
“Ce l’hai negli occhi, Ale. Si vede che lo fai perché ci credi davvero. E poi, magari, verrà anche il resto, ma non è quello che ti muove"
Non ho risposto. L’ho solo abbracciato. Forte. Con quella gratitudine che ti scende nella schiena e ti resta addosso. Ci sono frasi che non si commentano. Si portano. Come si portano le benedizioni.
Più tardi, torno a casa. La testa piena, il cuore sospeso. Il telefono vibra. Numero sconosciuto. Dopo un pò, apro WhatsApp. Un videomessaggio da Alessio, anche lui parteciperà al Digital Detox Festival. Il nome compare in alto: Il nostro Presidente, il Presidente Pietro Grasso. Play. Lui parla con calma, con una dignità semplice che fa silenzio dentro. Parla del festival, mi cita, spende parole sincere su quello che sto provando a costruire. Io lo guardo, fermo.
Come si guarda qualcosa che ti riguarda. E poi, mentre il video finisce, sento gli occhi bagnarsi. Lui parla del festival. Dice il mio nome. Parla di me. Ma non con le parole giuste con quelle vere. E io mi emoziono.
Perché in quel momento non sono il direttore, l’autore, il professionista.
Sono solo un uomo che da più di dieci anni porta avanti una missione silenziosa ma ostinata: rimettere al centro le persone, la presenza, l’ascolto.
Seminare consapevolezza nei luoghi di lavoro, nelle famiglie, nelle scuole. Ricordare anche quando è scomodo che il tempo è la nostra vera ricchezza.
E quel video, quelle parole, sono state come una mano sulla spalla. Una di quelle che, senza fare rumore, ti dice:
“Vai avanti. Serve.”
Anche quando le cose si complicano. Quando le giornate si fanno lunghe, quando nascono dissapori, tensioni, fraintendimenti. Quando ti chiedi, in silenzio, se ne vale ancora la pena.
Quella voce, quel gesto, mi hanno ricordato che sì, questa missione, oggi più che mai, ha un senso.
E che questo festival, nonostante tutto, è un atto d’amore. Un atto necessario.
Qualche giorno fa, una persona della mia community - forse come te, che mi leggi ogni mercoledì - mi ha scritto:
“Alessio, la tua sensibilità arriva un passo prima degli altri. Pertanto non mollare, e ricorda sempre i tuoi valori, anche nei momenti difficili.”
Un messaggio breve, ma che ha piantato radici. Così come le parole di Myriam, Nina, Sandro, Francesco, Mirko, Giulia e tante altre email e messaggi arrivati in questi giorni. Grazie. Perché in quei momenti, io mi ricordo che i semi che pianto ogni mercoledì con questa newsletter oggi sono diventati frutti che nutrono la mia anima. Non solo le vostre. Anche la mia.
Ora, mentre scrivo, nella stanza accanto c’è mio figlio che dorme. Sento il suo respiro sottile. Mi mancherà. In questi giorni mi chiama più spesso, con quel suo “Paaapààà” che sa essere dolce e urgente insieme.
Stamattina, prima di uscire, ho lasciato un bigliettino sotto il suo cuscino. Una parola scritta a penna, con una mano che tremava un po’:
Papàààààààà.
Spero lo trovi. Spero ci giochi.
Anche se non sa leggere, lo so: quelle lettere le sentirà. Perché certe parole non si capiscono, si percepiscono. Come succede anche a noi, nella vita di ogni giorno. I segni ci arrivano. Solo che a volte non li vediamo, perché siamo altrove. Troppo pieni. Troppo veloci.
Un giorno gli racconterò tutto. Che in quei giorni il suo papà stava provando a portare un po’ di luce in giro. E gli chiederò solo una cosa:
“Ricordamelo tu, quando sto esagerando. Quando dimentico l’essenziale. Tu riportami a casa.”
Perché io l’ho già vissuta quella trappola: quella di voler salvare il mondo, e nel frattempo perdere chi ami. L’ho già fatto. Non lo rifaccio. Oggi scelgo di esserci, ma con verità e presenza.
Ho messo in valigia una cosa speciale: quella capacità che abbiamo tutti, quando ci ricordiamo di essere umani. Quella cosa che non si compra, ma si sente: uno sguardo che cura. Un abbraccio che vale più di mille parole.
E a te che stai leggendo, voglio dire una cosa semplice, ma vera: a prescindere da come andranno questi tre giorni, io ci ho messo tutto. A volte anche più di quello che avevo.
Ci ho messo tempo, nervi, errori, parole sbagliate e notti storte. E anche pezzi di me che so che non torneranno più com’erano.
Ci sono stati momenti in cui la mente era troppo piena, le giornate troppo corte. E allora mi affacciavo dal balcone, col naso all’insù, e dicevo piano senza parole, ma col cuore:
“Grazie. Anche oggi mi hai dato il superfluo.”
Quel superfluo che non serve per sopravvivere, ma per sentirsi vivi: un tramonto di fuoco, un messaggio inatteso, uno sguardo gentile.
E io, nel mio piccolo, ho provato a restituire l’essenziale. Quello che non pesa, ma nutre.
Non importa se sarai a Sauris o se lo seguirai da lontano. Se ci siamo conosciuti o solo sfiorati. Ma se qualcosa di tutto questo ti è arrivato, mandami un pensiero. Uno. Mi basterà. E ti ringrazio fin da ora.
Ci vediamo, se vorrai. O ci sentiamo, anche senza parole.
Quest’estate, la Digital Balance Challenge approda a Sauris, in occasione del Digital Detox Festival (20–22 giugno 2025). Un’occasione unica per mettere alla prova il proprio equilibrio digitale, riflettere sul rapporto con la tecnologia e vivere tre giorni immersivi nella natura, lontano dalle notifiche.
Come funziona? Se parteciperai al Digital Detox Festival, candidati compilando il form entro il 19 giugno 2025. Chi verrà selezionato riceverà il dispositivo MP02 firmato Punkt direttamente a Sauris, durante una delle giornate del Festival.
Non potrai essere a Sauris? Nessun problema: puoi comunque candidarti per la versione online della Challenge e iniziare da casa il tuo percorso verso un nuovo equilibrio digitale.
Punkt è partner tecnico dell’evento, insieme a Narratè e alla libreria Quo Vadis di Pordenone. Un piccolo gesto per riscoprire il tempo, la presenza, la vita.
Un bellissimo pezzo su Medium di Marisandra Lizzi. Parla del retreat e di Sauris. Leggilo ora.
Una riflessione profonda di Andrea Bariselli sulla “nebbia mentale” e su come ritrovare chiarezza nella sua ultima newsletter. Leggila qui
Gli smartphone? Il più tardi possibile.” Lo ricorda lo psicologo Matteo Bernardelli, con parole chiare che risuonano forti nel dibattito sull’educazione digitale. Un messaggio che riecheggerà anche tra i temi del Digital Detox Festival. Leggilo qui.
Il ministro Valditara ha vietato i cellulari anche alle scuole superiori. Lo sai come la penso vero? Leggi qui
✏️ la frase della settimana
"La fretta è la forma di paura più accettata socialmente." Christian Bobin
❤️ Diffondere il “verbo del digital wellbeing”
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Via Martiri della Resistenza , Spoleto, Perugia 06049 Ricevi questa email perché hai chiesto di restare in contatto con Alessio per potenziare il tuo rapporto con il digitale. Unsubscribe · Preferences
Buongiorno Reader questa è la mia newsletter che riguarda l’impatto della tecnologia nelle nostre vite, nel lavoro e nelle relazioni. Iniziamo con tre cose: Domani sarò allo SDA Bocconi per una lezione di Corporate & Digital Wellbeing all’interno di un Master che guarda al lavoro "di crescita" interiore e non solo. Oggi sempre a Milano dopo una formazione aziendale a Trenord, nel pomeriggio sarò dal notaio Francesco per una firma importante. Grazie. Se hai fretta, passa oltre. Ma se hai...
Buongiorno Reader questa è la mia newsletter che riguarda l’impatto della tecnologia nelle nostre vite, nel lavoro e nelle relazioni. Iniziamo con tre cose: Settimana prossima avrò lezione in Bocconi all'interno del Master Leading Self: allenare le competenze di relazione e la gestione dello stress per aumentare l’impatto personale. Il 19 agosto presenterò il mio libro in Trentino. Quale migliore occasione per ritornare lì da quelle parti. Qui informazioni Giovedì, mi trovi in edicola su...
Buongiorno Reader questa è la mia newsletter che riguarda l’impatto della tecnologia nelle nostre vite, nel lavoro e nelle relazioni. Iniziamo con tre cose: Oggi la newsletter arriva di giovedì mattina. Ieri ero ko per un forte mal di testa. Una bella notifica per il mio corpo. Oggi pomeriggio sarò in collegamento con il programma Casa Italia della Rai per parlare di turismo e digital detox. Ci vediamo a Canazei? Al summer camp di digital education? Tre, due, uno. Partiamo. Qui mentre...