💡 Cosa faresti con 2.5 mesi in più ogni anno?


Buongiorno Reader

questa è la mia newsletter che riguarda l’impatto della tecnologia nelle nostre vite, nel lavoro e nelle relazioni.

Iniziamo con tre cose:

  1. Questa newsletter arriva con un pò di ritardo perché ieri ho lavorato ad "un progetto molto speciale", conto di dirtelo nella newsletter di mercoledì 29 gennaio.
  2. Da questa settimana sono iniziati i miei percorsi corporate in varie aziende. Il primo evento "pubblico" in cui mi potrai seguire (online) è con Manager Italia, il 24 gennaio. Qui
  3. Mi sto allenando costantemente in palestra da 2 mesi e mezzo. Penso che l'apocalisse sia vicina. Non era mai successo in 41 anni.

Tre, due, uno. Partiamo.


Recuperare 75 giorni l'anno

"Non è che stiamo usando la tecnologia, è lei che sta usando noi." - Nicholas Carr

Hai mai desiderato avere più tempo per te stess*, per le tue passioni o per stare con chi ami? Immagina di ricevere un dono prezioso: 75 giorni extra ogni anno.

Come li utilizzeresti? Forse per esplorare quella meta che sogni da tempo, per imparare a suonare uno strumento che ti appassiona, o semplicemente per condividere momenti speciali con le persone care. Questa opportunità potrebbe essere più reale di quanto pensi.

Secondo uno scioccante studio pubblicato il 1° gennaio 2025 da Reviews.org, questo "regalo" ce l'hai già.

Il problema? Lo stai donando al tuo smartphone.

La verità in numeri (e fa male)

Le cifre sono brutalmente oneste:

  • Controlliamo il telefono 205 volte al giorno - praticamente ogni 5 minuti di veglia, come se fosse un tic nervoso digitale. In un anno, sono 74.825 controlli.
  • L'81% di noi lo fa entro 10 minuti dal risveglio - prima ancora di dire "buongiorno" ai nostri cari
  • Il 66% lo porta persino in bagno - trasformando l'ultimo santuario di privacy in un'altra occasione di scrolling
  • Il 76% risponde alle notifiche entro 5 minuti - come se fossimo in servizio 24/7
  • Il 43% ammette apertamente: "Sì, sono dipendente"

Ma il dato più inquietante?

Il tempo medio trascorso sul telefono equivale a guardare 253 film completi. Pensa a quanti bei film ti stai perdendo per guardare video di gattini.

Una storia che potrebbe essere la tua

L'altro giorno, ho ricevuto un messaggio che mi ha fatto sussultare. Francesca, una mia lettrice, mi ha scritto:

"Alessio, mi succede una cosa strana. La mia vita è piena - viaggi, progetti, mille cose da fare. Ma quando tutto rallenta, quando le notifiche tacciono... mi sento vuota. È come se precipitassi in un buco nero. Potrebbe essere la dopamina che mi sta giocando brutti scherzi?"

La storia di Francesca mi ha toccato profondamente perché, indovina un po'? Anche io mi sono sentito esattamente così.

E scommetto che mentre leggi queste righe, stai annuendo con la testa pensando "anche io". Non è meraviglioso sapere che non siamo soli in questo viaggio?

Il grande inganno del cervello

Quello che Francesca sta sperimentando ha un nome: si chiama "tapis roulant edonico".

È come essere su un treadmill emotivo - corri, corri, corri, inseguendo il prossimo "mi piace", la prossima notifica, il prossimo rush di dopamina. Il risultato? Non arrivi mai davvero da nessuna parte.

Il tuo cervello è come un bambino viziato: più gli dai dolcetti (in questo caso, stimoli digitali), più ne pretende. E quando questi stimoli si interrompono?

Ecco che arriva quella sensazione di vuoto che Francesca descrive così bene.

Il potere dell'omeostasi: come il tuo cervello ti inganna

Quello che Francesca sta sperimentando è più di una semplice sensazione: è il risultato di un processo biologico fondamentale chiamato omeostasi.

Immagina il tuo cervello come un termostato incredibilmente sofisticato: proprio come il termostato mantiene costante la temperatura di una stanza, l'omeostasi lavora costantemente per mantenere il tuo cervello in equilibrio.

Quando riceviamo una notifica, un like, un nuovo messaggio, il cervello rilascia dopamina - il neurotrasmettitore del piacere e della ricompensa.

È come alzare improvvisamente la temperatura della stanza. Ma ecco il trucco: il nostro "termostato cerebrale" reagisce immediatamente, abbassando la sensibilità ai prossimi stimoli per riportarci all'equilibrio.

Il problema? Viviamo in un mondo di stimoli costanti:

  • Una notifica ogni pochi minuti
  • Feed infiniti da scrollare
  • Messaggi che richiedono risposta immediata
  • Content sempre nuovo e sempre più stimolante

Il nostro cervello, per mantenere l'omeostasi, deve continuamente "abbassare il termostato".

Il risultato? Ci serve sempre più stimolazione per provare lo stesso livello di piacere o soddisfazione.

È come se il nostro cervello stesse giocando a rincorrere una palla che rotola sempre più veloce.

Il ciclo dell'omeostasi digitale

  1. Stimolo → Riceviamo una notifica
  2. Picco → Il cervello rilascia dopamina
  3. Adattamento → L'omeostasi abbassa la sensibilità
  4. Vuoto → Sentiamo il bisogno di nuovi stimoli
  5. Ricerca → Controlliamo ossessivamente il telefono
  6. Ripetizione → Il ciclo ricomincia

Quando questo flusso di stimoli si interrompe - magari durante un momento di calma o quando decidiamo consapevolmente di staccare dal telefono - il nostro cervello si trova temporaneamente "sbilanciato". È come se il termostato stesse ancora cercando di compensare un calore che non c'è più.

Ecco perché ci sentiamo inquieti, vuoti o addirittura ansiosi quando non riceviamo la nostra dose regolare di stimoli digitali.

Non è colpa nostra: è il nostro cervello che sta cercando di ritrovare il suo equilibrio naturale.

La scienza "dietro" a tutto questo

Ciò che rende il nostro smartphone così irresistibile ha radici profonde nel nostro cervello. La dopamina, spesso chiamata "molecola del piacere", è in realtà molto di più: è il neurotrasmettitore della motivazione e del desiderio. E qui sta il fascino nascosto del nostro telefono.

Ogni notifica, ogni "mi piace", ogni nuovo messaggio attiva le stesse aree cerebrali coinvolte nell'elaborazione del dolore e del piacere.

È come se il nostro cervello processasse allo stesso modo il dolore di una notifica che non arriva e il piacere quando finalmente arriva, l'ansia dell'attesa di una risposta e l'euforia quando la riceviamo. Queste aree - in particolare il nucleus accumbens e il sistema limbico - sono le stesse che si illuminano sia quando soffriamo sia quando proviamo gioia intensa.

Con il tempo, il cervello si abitua a questo bombardamento di stimoli e ne richiede sempre di più per provare la stessa soddisfazione. È lo stesso meccanismo che sta alla base di altre dipendenze. La differenza? Portiamo la nostra "fonte di piacere" in tasca 24 ore su 24, e la società non solo lo accetta, ma spesso lo incoraggia.

La via d'uscita: in 3 mosse

Come ho spiegato a Francesca, la soluzione non è drastica ma graduale. Ecco tre passi che possono cambiarti la vita:

  1. Diventa il padrone delle tue notifiche. Non permettere al tuo telefono di comportarsi come un bambino capriccioso che richiede attenzione ogni cinque minuti. Disattiva tutte le notifiche non essenziali. Sì, TUTTE. Il mondo non finirà, promesso.
  2. Crea la Tua "zona franca digitale". Dedica un'ora al giorno - solo 60 minuti - a vivere come i nostri nonni. Niente telefono, niente social, niente email. Leggere un libro, fare una passeggiata, o semplicemente respirare. All'inizio sembrerà strano, poi diventerà il momento più prezioso della giornata.
  3. Riscopri il Potere del silenzio Quei momenti di "vuoto" che tanto ci spaventano? Sono in realtà pieni di potenziale. È nel silenzio che nascono le idee migliori, che ritroviamo noi stessi, che ricarichiamo davvero le batterie - non solo quelle del telefono.

Strumenti pratici per iniziare

Per aiutarti nel tuo percorso, ecco alcuni strumenti concreti:

  1. App di Monitoraggio del Tempo Inizia tracciando quanto tempo passi realmente sul telefono. App come Digital Wellbeing (Android) o Screen Time (iOS) ti mostreranno la dura verità.
  2. La Tecnica del "telefono in Bianco e Nero" Imposta il tuo display in scala di grigi. È sorprendente quanto meno attraenti diventino i social media senza colori. Qui una guida
  3. La Regola del 20-20-20 Ogni 20 minuti di utilizzo dello schermo, guarda qualcosa a 20 piedi (circa 6 metri) di distanza per 20 secondi. I tuoi occhi ti ringrazieranno.

Ricordati che:

Nnon si tratta di privazione, ma di scelta.

Non stiamo "rinunciando" a nulla - stiamo scegliendo di regalarci qualcosa di più prezioso: il nostro tempo, la nostra attenzione, la nostra presenza.

Ogni volta che ti accorgi di controllare il telefono senza motivo, invece di sentirti in colpa, festeggia! Quella consapevolezza è già una vittoria. È il potere delle piccole vittorie, come riporta la ricerca scientifica di Karl E. Weick. Leggi qui.

Questo non è un viaggio verso la perfezione - è un'avventura verso una vita più ricca e presente.

Non importa quante volte "ricadiamo" nelle vecchie abitudini. Ogni momento è un'opportunità per ricominciare, per fare una scelta diversa, per regalarci un piccolo pezzo di quei 2,5 mesi.

Non siamo soli in questo viaggio. Siamo tutti qui, imparando insieme come navigare in questo nuovo mondo digitale. Alcuni giorni andrà meglio, altri peggio, ed è perfettamente okay così.

La scelta è tua. Inizia con piccoli passi: disattiva una notifica oggi, metti il telefono da parte per un'ora domani. E, a poco a poco, riconquista quel tempo prezioso.

Ora dimmi: cosa faresti con 2,5 mesi in più ogni anno?
Scrivimi e raccontamelo, sono curioso di sapere la tua risposta.

Reset Retreat:

E se senti che questo è l’anno in cui vuoi fare davvero qualcosa di diverso, desidero ricordarti che il mio unico retreat del 2025 (organizzato e condotto da me) sta per chiudere le iscrizioni.

È un’esperienza intima, pensata per sole 20 persone, per disconnetterci dal mondo digitale e riconnetterci con noi stessi.

Mancano pochi posti.

Ti abbraccio,


🎤 l'esercizio della settimana

Prova a "lasciare andare"

Per le prossime due settimane, ti invito a sperimentare il lasciar andare consapevolmente il controllo. Ecco la pratica:

1. Prenditi 10 minuti per trovare uno spazio tranquillo. Porta un quaderno.

2. Scrivi tutto ciò che stai cercando di controllare o forzare affinché accada: i progetti su cui stai insistendo troppo, i risultati a cui sei affezionat*, gli obiettivi a cui ti aggrappi troppo forte.

3. Accanto a ogni elemento, scrivi cosa temi che potrebbe succedere se allentassi la presa.

4. Ora, esercitati a rilasciare consapevolmente ognuno di loro. Potresti dire a te stess*: "Sto lasciando andare il bisogno che questo accada esattamente in questo modo". Nota come si sente il tuo corpo mentre lo fai.

5. Infine, chiediti "Cosa sarebbe possibile se fossi convinto che esiste un risultato migliore di quello che sto cercando di ottenere?"

L'obiettivo non è abbandonare le tue aspirazioni, ma creare spazio per possibilità inaspettate. Fai attenzione a:

• Come si sente il tuo corpo quando rilasci consapevolmente il controllo.
• Quali nuove intuizioni o opportunità emergono quando smetti di spingere così forte nella tua "zona di comfort".
• La qualità del tuo lavoro e delle tue relazioni quando non cerchi di forzare risultati specifici.

Buon lavoro.


👨‍💻 I link della settimana

  • Marriott rileva le cabine Postcard per espandere la sua hospitality outdoor. Il dato interessante è che le persone preferiscono esperienze Outdoor. QUI
  • Come prendere delle soluzioni/abitudini che potrebbero durare alla lunga. QUI (EN)
  • Mio figlio ha un cellulare e adesso? QUI
  • I festival del benessere sono i nuovi festival musicali? QUI (EN)
  • Come tenersi aggiornati sulle notizie senza farsi sopraffare dalla FOMO. QUI (EN)

✏️ La frase della settimana

"La vita è un oscillare tra una dipendenza e l’altra, pensando di essere liberi"
(Fabrizio Caramagna)


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alessio carciofi|

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