🛑 Corri anche quando dovresti fermarti?


Buongiorno Reader

questa è la mia newsletter che riguarda l’impatto della tecnologia nelle nostre vite, nel lavoro e nelle relazioni.

Iniziamo con tre cose:

  1. Sono a Milano, sto girando un podcast sul benessere digitale insieme a Massimo Polidoro.
  2. Domani finisco il nuovo ciclo di incontri sul digital wellbeing con Generali. Ieri ero in Fastweb.
  3. Si sono liberati 2 posti per il retreat nell'eremo. Leggi questa newsletter e poi fatti un super regalo.

Tre, due, uno. Partiamo.


siamo spirituali. ma solo se abbiamo tempo?

In questi giorni, in cui le strade si fanno più rumorose ma il cuore chiede silenzio, mi torna in mente una domanda:
quando è stata l’ultima volta che ci siamo fermati davvero?

Che tu sia credente o meno, il Triduo Pasquale è un invito.

Sono i tre giorni centrali della Settimana Santa — giovedì, venerdì e sabato — che conducono alla Pasqua.

Un tempo che chiede di rallentare. Di entrare dentro te stessə.


Di guardare in faccia il tuo rapporto con la spiritualità, o semplicemente con ciò in cui credi —ma soprattutto, con te stessə.

È un viaggio di tre giorni fatto per ascoltare, morire a qualcosa, e rinascere.
Un po’ come camminare per davvero: il primo giorno fa male ovunque, il secondo inizi ad adattarti, e il terzo — quasi senza accorgertene — ti senti diversə. Più leggerə. Più presente.


E come ogni viaggio che vale, richiede spazio. Tempo. Presenza.


Ma invece, paradossalmente, corriamo di più.

Desideriamo rallentare… ma acceleriamo.

È come se avessimo paura del vuoto. Di stare. Di ascoltare.

L’altro giorno parlavo con un frate, in vista del retreat che terremo dal 15 al 18 maggio. (ci sono ancora due o tre posti liberi)


In questa settimana ci sono state tre disdette. Due persone mi hanno detto: “Sono troppo piena. Ho bisogno di togliere”.


Eppure… non è proprio questo il punto di un ritiro? Fermarsi, sottrarre, fare spazio?

Lo capisco. L’ho fatto anch’io. Tante volte.


Ma quando la mente è satura, piena di pensieri, appuntamenti, impegni — l’unica via d’uscita è rallentare. Non ne conosco altre.

Eppure continuiamo a correre. A riempire. A fare.


Questa settimana ne è l’esempio perfetto.


Invece di prenderci del tempo per noi — a prescindere dalla fede — ci infiliamo in una giostra di cose da fare. Regali, liste, organizzazione, impegni da incastrare.

Il frate mi ha raccontato una cosa che mi ha colpito.
La domenica delle Palme, molte persone lo chiamano solo per sapere a che ora possono ritirare la palma.

Non per partecipare alla messa.
Come se fosse un oggetto portafortuna da ritirare, un amuleto da mettere in casa.
Abbiamo perso il significato.
Ci fermiamo al gesto. Non entriamo nel senso.
La palma è diventata un delivery.

E se continuiamo così, tra un po’ potrai anche metterla nel carrello su Amazon e riceverla con consegna Prime 🤓

E noi, dove stiamo arrivando?

Ti scrivo da Milano, la città dove ogni due passi trovi un manifesto sulla longevità. Club esclusivi, centri benessere, start-up che promettono di decifrare il “codice della vita lunga”.

Longevità, oggi, non significa solo vivere più a lungo — ma vivere meglio, più sani, più performanti, più giovani possibile.

Secondo i dati più recenti, la longevità è destinata a diventare il trend centrale nel settore del benessere.

Va bene.
Vivere più a lungo è un desiderio legittimo.
Ma a una condizione: non dimenticare come si vive.

L’ossessione per la longevità rischia di diventare una trappola: passare la vita a cercare di allungarla… senza mai viverla davvero.

È come se Sinner passasse tutta la carriera ad allenarsi, senza mai entrare in campo.

Come diceva Teilhard de Chardin:
“Non siamo esseri umani che vivono un’esperienza spirituale. Siamo esseri spirituali che vivono un’esperienza umana.

O come scriveva Hermann Hesse:
“Sarai nevrotico e nemico della vita – così dice la tua anima – se mi trascuri.”

E noi la trascuriamo, la nostra anima.


La dimentichiamo in mezzo a mille impegni, obiettivi, cose da fare.
Accumuli, notifiche, traguardi, contenuti. Sempre più. Sempre avanti.

Ma senza mai davvero fermarci.
Senza mai chiederci se stiamo vivendo.

Seneca diceva:
“Non è la morte che un uomo dovrebbe temere, ma il non cominciare mai a vivere.”

E vivere significa anche connettersi. Con sé stessiə. Con gli altri.
Con qualcosa che va oltre noi.


Chiamalo come vuoi: amore, fede, silenzio, spiritualità, presenza.
È lì che si trova la ricompensa.
Non nei risultati. Ma nella presenza.

Non tutto ciò che è connesso, connette davvero.
Connessi sì… ma a cosa, davvero?

Al di là di ogni credenza, abbiamo tutti bisogno di sentirci parte.
Di qualcosa che ci tenga uniti, che ci nutra, che ci restituisca un senso.

Quando riduciamo la vita a termini puramente materiali, perdiamo l’accesso alle dimensioni che vanno oltre la ragione e la razionalità.
E che esistenza arida sarebbe questa?

Torniamo a ciò che ci nutre:
una pausa, uno sguardo, un respiro.
È lì che la vita si ricompone.

La vita non si misura solo in anni.
Si misura in profondità.

Ti confesso una cosa.
Anche mentre scrivo queste righe, faccio fatica a non farmi risucchiare da tutto il resto.
Ma sento — più che mai — OGGI, il bisogno di stare. Di ascoltare. Di vivere.

E allora, l’augurio che mi faccio — e che ti condivido — è questo:

che tu possa trovare il tempo in questa Settimana Santa per santificare te stessə.
Fermarti. Guardarti dentro.


Chiederti:
che rapporto ho con ciò che mi succede intorno?
Di cosa ho bisogno, davvero?
Cosa sto trascurando, mentre rincorro tutto il resto?

Perché la verità è che non ci serve una palma in casa, se poi non vogliamo portarla dentro di noi.


Non ci serve l’ennesimo libro di self-help, se non ci aiutiamo davvero.


Non ci serve aggiungere nuove parole, se non troviamo il tempo per ascoltarci in silenzio.

Anche noi, ogni giorno, prendiamo la nostra palma simbolica.

Quando ci raccontiamo che “non abbiamo tempo”.

Quando corriamo per non sentire.

Quando riempiamo ogni vuoto, per paura di incontrarci.

La profondità non si compra. Non si legge.
Si sceglie. Si vive.

Che tu possa ritrovare la profondità.
Ritornare a vivere.

Perché forse…
è proprio questo il momento giusto per iniziare.

Non cercare risposte adesso.
Lascia solo che arrivi un po’ di silenzio.
Il resto verrà.

Buona Pasqua


Digital Detox Festival: a breve il programma. Tantissimi super ospiti.

L'8 maggio alla Cascina Cuccagna (Milano) ci sarà la conferenza stampa, alle ore 11:00. Ci vediamo lì?


🎤 La mini challenge di Pasqua

Lo sapevi?
Nel 91% dei casi, staccare da Internet mobile ha migliorato la salute mentale.

In uno studio, chi ha spento i dati per due settimane ha riportato più attenzione, più serenità… e più vita vera: camminate, chiacchiere dal vivo, tempo nella natura.

In questi giorni in cui il cuore chiede silenzio, ti propongo tre piccoli gesti per riscoprire la presenza.
Tre azioni semplici per rallentare, fare spazio, e tornare a te.

giovedì 17 aprile – spegni per ascoltare

Sfida: Disattiva le notifiche per mezza giornata.
Perché: Il silenzio digitale apre spazio all’ascolto: di te, degli altri, del presente.
Bonus: Porta con te un taccuino, annota un pensiero, un grazie, un’intuizione.

venerdì 18 aprile – fai spazio

Sfida: Elimina (anche solo temporaneamente) una app che ti distrae o ti consuma.
Perché: Liberarsi da ciò che ci drena è un gesto potente, simbolico e concreto.
Bonus: Rimpiazza quel tempo con qualcosa che nutre (lettura, natura, respiro).

sabato 19 aprile – riaccendi la presenza

Sfida: Per due ore consecutive, lascia il telefono in un’altra stanza.
Perché: La vera presenza nasce dall’assenza del rumore.
Bonus: Usa quel tempo per stare con chi ami, o semplicemente per stare con te.


👨‍💻 Il consiglio della settimana

Clicca qui, ho una cosa interessante da dirti


👨‍💻 I link della settimana

  1. Minori sempre più connessi, Save the Children: "Un bambino su tre usa il cellulare tutti i giorni" Leggi qui.
  2. Nell'ultima newsletter di Hacking Creativity c'è un mio audio. Leggi e ascolta qui
  3. Dal 2 al 8 luglio, ci sarà la sesta edizione del Camp Digital Education a Canazei. Scopri di più

✏️ La frase della settimana

"Non c’è bisogno di andare da nessuna parte per trovare pace. Devi solo smettere di andare"

(Thich Nhat Hanh)


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