Mi sono messo a nudo
"Alessio, ho molto apprezzato la tua vulnerabilità, il fatto che ti sei messo a nudo e hai raccontato il tuo malessere. Te ne sono davvero grat".
Questa è la frase che più mi sono sentito ripetere, una volta sceso dal palco del TEDXBelluno. Si perché una volta terminati i talk c'era un aperitivo e sono stato letteralmente e amorevolmente invaso di calore da parte di buona parte dei 350 partecipanti al TEDX.
Si perché alla fine per parlare di benessere digitale, ho voluto raccontare il mio malessere, la mia storia, la mia fragilità.
Mi sono messo a nudo. Se un tempo quelle ferite lasciavano entrare solo il buio, ora sono segni di vita che mi ricordano quanto siamo forti: ognuno di noi vive solo ciò che la sua anima è capace di sopportare o supportare. Dipende da come vuoi vedere i "segnali".
Mollo tutto e vado in un convento del 1200.
In questo mio secondo TEDx, ho condiviso il "perché" io oggi mi occupo di benessere e, in particolare, di il benessere digitale.
Tutto è iniziato in uno dei periodi più sfidanti della mia vita. Ho raccontato la mia storia di burnout, insonnia e la fine di una relazione.
E così, in cerca di risposte e di una via d'uscita da questo vortice, ho deciso di fare qualcosa di radicale: mi sono ritirato in un convento francescano del 1200.
Ma non è stato solo un rifugio fisico, è stato soprattutto un viaggio interiore che ha trasformato completamente il mio modo di vedere il mondo e di vivere la vita
Un posto "speciale".
Questo luogo non era un convento qualsiasi. Si narra che è stato il convento dove San Francesco d'Assisi ricevette una chiamata divina in sogno, mentre si dirigeva verso la Puglia con l'intenzione di diventare cavaliere. Giunto qui, in un sogno udì le parole: "Francesco… Francesco… dimmi chi vuoi servire, il servo o il padrone?" Con queste parole, Dio invitò Francesco a tornare ad Assisi per restare "in attesa della volontà divina".
Questo straordinario momento è magnificamente raffigurato da Giotto nella Basilica superiore di Assisi.
Lungi da me essere blasfemo, ma anche io, in quel convento, ho avuto delle rivelazioni personali profonde.
👉La prima: in quel luogo ho imparato a rallentare. Ho scoperto (con tanta fatica) il potere del fermarsi e ho compreso che il mondo continua a girare lo stesso anche se tu ti fermi. Rallentare è possibile e vitale ma non è scontato all'inizio.
👉La seconda grande verità: in quel convento, ho realizzato che non potevo continuare sulla stessa strada. Ho iniziato a prendermi cura di me stesso, intraprendendo un viaggio di archeologia interiore, grazie poi alla mia super psicoterapeuta Silvia. Ho scoperto che 2 + 2 non fa sempre 4 e mi stavo aprendo all'universo della spiritualità. Un mondo così lontano da me e ora centro nevralgico della mia quotidianità
👉La terza verità: ho maturando l'idea di non essere più 'servo' dell'ambiente digitale e del dio lavoro 24/7, ma padrone dei propri sogni e della mia vita. Lì ho scoperto cosa fare da grande: aiutare le persone e le aziende a usare al meglio la tecnologia.
Inizia tutto da "non ho tempo"
La ricercatrice Ashley Whillans della Harvard Business School ha scoperto che l’80% dei lavoratori ormai ripete il mantra "il tempo non basta mai".
Questa rivelazione mi ha fatto riflettere profondamente, portandomi a scoprire un pensiero radicato nel mio lavoro di "archeologia interiore".
Vivere secondo i ritmi imposti dalla scarsità di tempo porta a due problematiche strettamente connesse: la scarsità mentale e la visione a tunnel. Questi stati mentali influenzano significativamente il nostro modo di percepire e affrontare la realtà.
👉 Scarsità mentale: si verifica quando il nostro cervello è sovraccarico di pressione e non riesce a funzionare al meglio. Tra lavoro e responsabilità, veniamo bombardati da una quantità eccessiva di informazioni. Questo sovraccarico provoca confusione, stress e inefficienza, impedendoci di gestire tutto in modo efficace.
👉 Visione a tunnel: accade quando la nostra mente si focalizza su un unico obiettivo, ignorando tutto il resto. Così facendo, perdiamo di vista alternative, opportunità e soluzioni creative. È come guardare il mondo attraverso una cannuccia: vediamo solo una piccola parte della realtà. La visione a tunnel emerge spesso quando siamo mentalmente sovraccarichi, concentrandoci solo su ciò che sembra immediatamente importante o urgente. (per gli altri e non sempre per noi)
Questi due fenomeni, la scarsità mentale e la visione a tunnel, possono avere un impatto negativo sulle nostre vite e sulle nostre decisioni, come il pensiero di “non riuscire a staccare”.
Dipende da dove guardi.
Sento le mani scorrere sulla tastiera, come il bisogno di raccontarti ancora di più della mia storia, ma non voglio spoilerare il mio TEDX.
Permettimi di aggiungere un'ultima riflessione sulla parola PRESENZA.
La parola "presenza" assume significati diversi a seconda di come la interpreti e da che prospettiva la osservi.
Può trasformarsi in una prigione nella cultura digitale del 24/7, soprattutto quando implica essere sempre a disposizione. Spesso mi chiedono: "Alessio, come faccio?" Rispondo loro che "dobbiamo essere disponibili, ma non sempre a disposizione.
La vera presenza (che piace a me) è sinonimo di attenzione per noi stessi.
È come un GPS per l’anima, che ci guida a ritornare al nostro corpo. Oggi, però, la nostra mente è spesso in esilio. Fuori dal nostro corpo. Ascoltiamo costantemente le notifiche di smartwatch, Fitbit e cellulari, ma abbiamo dimenticato di ascoltare le notifiche del nostro corpo.
Questo esilio mentale ci allontana dalla realtà.
Ci hai mai pensato che la vita è simile ad una grande parabola. Del resto tutti la sentono, ma pochi la comprendono.
La capisce, la comprende, la interiorizza chi si ferma. Chi è attent*.
Perché oggi non riusciamo a fermarci?
Perché non comprendiamo i segni, i segnali che la realtà ci manda.
Solo chi è attento e disponibile ad accogliere, ricevere, ospitare può capire meglio questi segni. Se siamo distratti o pieni di ira, non comprendiamo più.
L’attenzione è la forza con cui la natura spinge l’uomo dentro la realtà, con curiosità.
Se siamo attenti, i segni svelano la realtà.
Grazie a quell'eremo anche io (nel mio infinitesimo piccolo) ho capito che la tecnologia è un utile servitore ma un pericoloso padrone.
Grazie a tutto lo staff di TEDXBelluno. Grazie Marco Da Rin Zanco, Michele da Rold e Alberto Nalin e tutti, davvero tutti che hanno permesso questo "viaggio"
P.S. quando uscirà il video del TEDXBelluno te lo dirò ;)