ogni mercoledì: spunti pratici per usare la tecnologia senza farti usare.
🔨 Cosa stai distruggendo?
Published 27 days ago • 4 min read
Buongiorno Reader
questa è la mia newsletter che riguarda l’impatto della tecnologia nelle nostre vite, nel lavoro e nelle relazioni.
Iniziamo con tre cose:
Ci vediamo sabato 13/9 a Milano? Sarò al My Personal Trainer Days – ospite di Dorelan – per parlare di digital detox & sonno. Ultimi posti → Ultimi posti
GRAZIE di cuore per il sondaggio: avete risposto in tantissimi. Se non l’hai ancora fatto, fallo ora →[link sondaggio]
E giovedì 11/9 insegnerò alla Summer School “La sfida umana nell’era della trasformazione digitale”. Info Qui
Io intanto ti racconto il resto qui sotto.
Tre, due, uno. Partiamo.
ehi, oggi ti porto in convento (davvero)
i frati francescani del convento La Verna
Sono stato a La Verna, nel cuore del Parco delle Foreste Casentinesi (Arezzo). La sfida, quando ti fermi, è sempre la stessa: rallentare senza fare. Senza sentirti in colpa. So-stare.
Restare in silenzio e sentirti pieno anche se “non stai facendo nulla”.
All’inizio mi è salito quel misto di ansia e convinzioni vecchie (“devo produrre”, “sto perdendo tempo”). Poi è successo qualcosa.
Ormai ho capito come fare. Anzi: cosa non fare. Ecco perché scelgo i conventi: luoghi poveri di distrazioni e ricchi di rituali, connessioni e silenzio.
In quei giorni ho incontrato un frate eremita. L’avevo cercato da tempo: desideravo incontrarlo.
Mi hanno detto che forse è l’unico dell’ordine francescano a vivere così. Per me è stato un onore. Due ore seduti, occhi negli occhi, nessuna distrazione.
Il dono di quella chiacchierata è vivo in me e desidero tenerlo per me. Ti anticipo alcuni concetti in due parole semplici, ma profonde.
io mentre leggo al tramonto
1. Dove sei?
Non sulla mappa. Dentro. Dove sei adesso, nella tua vita?
E soprattutto: in che direzione stai puntando il tuo cammino?
La direzione è una decisione silenziosa: ciò a cui dici sì ti orienta, ciò da cui fuggi ti disorienta. Non conta la velocità: se la direzione è sbagliata, ogni passo ti allontana; se è quella giusta, anche un millimetro cambia la rotta.
Paradossalmente condividiamo la posizione in tempo reale nelle chat, ma dimentichiamo di aggiornare la posizione interiore.
Inoltriamo l'ora di arrivo previsto a tutti, ma non stimiamo il tempo per (ri)tornare a noi.
Controlliamo la batteria del nostro cellulare; trascuriamo l’energia. La nostra.
2. Custodire.
Etimologicamente dal latino custōdīre, da custōs, custōdis: “guardiano”.
Custodire è fare la guardia a ciò che conta.
In tempi di iper-allerta e distrazioni continue, farsi guardiani del nostro sentire non è fuga: è manutenzione dell’anima.
Paradosso del digitale: mettiamo la custodia al telefono, nessuna alla nostra anima.
Proteggiamo il display dai graffi e intanto lasciamo il silenzio e l'attenzione senza protezione.
Chi fa da guardiano ai nostri bisogni, ai valori, ai sogni?
Quando proteggiamo questi spazi, torniamo capaci di custodire noi stessi, chi amiamo e, soprattutto, l’altro. Chi ami?
E poi, condivido con te due chicche .
Verso la fine della nostra chiacchierata, lo guardo e gli chiedo: “Un libro da consigliarmi?" Sorride: Il cammino dell’uomo di Martin Buber. Si legge con poco ma è molto profondo.
Poi, con la sua consueta eleganza, prima di salutarci mi lascia con questa frase:
“La vita, a volte, è un bambino che ha tutto e finisce per rompere anche l’ultimo giocattolo. E tu… cosa non stai custodendo? O meglio: cosa stai distruggendo?”
La prima risposta di pancia? “Io non distruggo niente, io costruisco.” (ego, appunto).
Poi ho guardato meglio: messaggi lasciati in sospeso, telefonate rimandate, quella conversazione che evito.
Ci sono cose che desideriamo interrompere, non costruire, ma è un altro tema.
Qui la domanda è: che cosa, in modalità silenziosa, stai consumando senza accorgertene?
La verità è semplice: qualcosa lo stavo davvero distruggendo. E va detta: le distrazioni non sono neutre. Sono il martello del bambino con cui, senza accorgercene, rompiamo ciò che amiamo.
Ogni notifica è un colpo. Ogni “solo un attimo” è una scheggia.
E i “giocattoli” spesso sono questi: una relazione data per scontata; il corpo trattato come indistruttibile;
quel progetto vivo rimandato a
“quando avrò tempo”.
Quel tempo per noi che rimandiamo da troppo.
Sono uscito dalla cella ravvivato. Due ore senza schermi non sono teoria: nutrono.
Ti spostano di un millimetro, e quel millimetro cambia la rotta.
Oggi ti lascio le stesse due domande, con gentilezza.
1) Dove sei, adesso, nella tua vita?
2) Cosa stai distruggendo senza accorgertene?
Se ti va, prova così nei prossimi giorni:
Scrivi: “Dove sono?” tre righe, senza correggere.
Scegli una cosa da custodire questa settimana (una cena presente, un’ora di sonno, una conversazione che conta) e proteggila come proteggeresti chi ami.
Se ti riconosci anche solo un po’, siamo in due.
Se ti va, rispondimi, sarò felice di leggere "Dove sei?
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Tech for Good Summit | International Edition Venezia (Venice, Italy) · 17 ottobre 2025
Con grande emozione condivido che salirò sul palco del Tech for Good Summit, powered by WOHASU® e ospitato da H-FARM: un evento internazionale che riunisce voci da business, scienza, educazione e policy da tutto il mondo. Negli anni ha portato sul palco, tra gli altri, Arthur Brooks, Laurie Santos, Martin Seligman, Mo Gawdat, Vivek Murthy e tantissimi altri. Quest’anno (ci sarò anche io) salirò sul palco per condividere dieci anni di lavoro su tecnologia & umanità.
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“La solitudine è il luogo dove smetti di essere molti e torni uno.”
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