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Digital Detox

Al centro o centrati? Non è la stessa cosa.


Buongiorno Reader

questa è la mia newsletter che riguarda l’impatto della tecnologia nelle nostre vite, nel lavoro e nelle relazioni.

Iniziamo con tre cose:

  1. Mentre leggi, sono in viaggio verso Canazei per l'Experience Summer Camp: uno dei progetti di giving back più profondi che porto nel cuore ogni anno.
  2. Hai visto le foto del Digital Detox Festival? Qui (alcune).
  3. Il 16 luglio riceverai la mia ultima newsletter prima della pausa estiva. Poi, per un mese intero, stacco davvero. Niente newsletter. Niente contenuti. Solo presenza. Solo vita.

Tre, due, uno. Partiamo.


è quando mi fermo che succede davvero?

C’è un punto esatto in cui smetto di rincorrere il lavoro, i risultati, le risposte.

Per me, quel punto si chiama Canazei. Oramai da sette anni.
È qui che ogni anno, con il Summer Camp, la mia estate inizia a rallentare.
Fino ai primi di settembre, vivo un tempo diverso.
Meno digitale, più umano. Meno corsa, più radici.
È un passaggio. Una soglia.

È il momento in cui non sei più dove eri, ma non sei ancora dove sarai.

Mentre leggi. Io mi trovo lì, adesso.
Tra le Dolomiti, con la Regina Marmolada davanti a me, sono insieme a un gruppo di ragazzi che si stanno riscoprendo capaci di stare senza telefono, senza filtri, senza pose.
Ma non è solo “presenza”.
È un tempo sacro. Un piccolo pellegrinaggio interiore.

La loro sfida, la nostra sfida, non è solo restare presenti.
È riappropriarsi della vita senza essere morsi dal serpente nell’Eden digitale.

Quel serpente che ti sussurra continuamente che altrove è meglio, che stai perdendo qualcosa, che non sei mai abbastanza.

E invece no.
Qui, ora, si torna interi.
Un respiro alla volta.


È una soglia da attraversare.
È un momento in cui sento che anche per me è tempo di uscire allo scoperto in un modo nuovo.

Non parlo solo di progetti.
Parlo di azioni che non nascono più dalla fretta, dalla paura o dall’ansia di dimostrare,
ma dalla pace.

Una pace in movimento.
Quella che arriva quando inizi ad agire da un luogo interno solido, radicato nei tuoi valori.
Un’agire che nasce dalla quiete, non dall’ansia di fare.

Fare con calma. Osare con dolcezza.
Smettere di fuggire da sé.
E iniziare a incarnare ciò che conta.

Quello che chiamo disagio generativo.

Lo sento anche io, più spesso di quanto vorrei ammettere.
Quando decido di fermarmi, e subito arriva quella vocina dentro che mi dice:
“Stai mollando? “Ma non è troppo questo silenzio? Non starò approfittando di questo stacco?”

E ogni volta mi tocca stare lì,
seduto nella scomodità di non sapere,
di non avere un piano brillante,
di non essere quello che “fa sempre qualcosa di utile”.

Ma ho capito che è proprio lì che succede qualcosa.
Quando smetto di provarci troppo,
e inizio a sentire davvero.

Me lo diceva anche la guida spirituale, anni fa:

“Se non fai spazio, è difficile che trovi spazio il nuovo.”

Quanto è vero.
E quanto è difficile, a volte,
fare spazio.
Trovare spazio.
Essere spazio.

Non solo un contenitore per tutto
idee, impegni, doveri, parole
ma spazio vivo, che accoglie ciò che ancora non sai,
ciò che deve nascere.

Non ho una formula.
Solo questo: ogni tanto, lasciarmi tremare.

Ogni tanto, non sapere. Affidarmi. Fidarmi.

E poi, in questi giorni di silenzio, mi è arrivata una frase.
Non l’ho cercata. Mi ha trovato lei.
Stavo scorrendo LinkedIn, senza troppa attenzione e all’improvviso, eccola lì.


Una voce calma, antica. Di quelle che non hanno bisogno di alzare il volume per farsi ascoltare.

A pronunciarla è stato Padre Natale Brescianini, monaco benedettino camaldolese.

“Non basta mettere le persone al centro.
Occorrono, soprattutto, persone centrate.”

Lì mi si è fermato il respiro.


Perché ho pensato a quante volte anch’io, in buona fede, ho detto o scritto “mettere le persone al centro”.


Ma senza fermarmi a chiedermi:
e se quel centro fosse vuoto?


E se le persone non fossero più in contatto con sé stesse?

E se io non lo fossi?

E quindi?

Ora dobbiamo pure essere centrati?

Un’altra cosa da fare, un altro task da smarcare?

No.


Essere centrati non è una posizione da conquistare.
È una fedeltà sottile da coltivare.
Un ascolto che scava.
Un silenzio che svela.
Una cura che si dà, prima di tutto, a sé.

E per "essere" davvero
dobbiamo imparare a fermarci.
A so.stare con noi stessi.


Anche quando è scomodo.
Anche quando ci tremano le ginocchia.
Perché se non impariamo a restare in contatto con ciò che sentiamo,
continueremo a ruotare attorno a qualcosa ma non sapremo mai cosa ci tiene davvero in piedi.

Senza questa sosta, senza questo spazio di ascolto, saremo solo persone al centro.
Uno slogan. Un claim aziendale.
Ma non persone centrate.

E forse è proprio questa la sfida oggi:
non aggiungere rumore, ma abitare il vuoto.


Non cercare l’ennesima formula, ma scegliere la presenza.
Non rincorrere il fare, ma praticare l’essere.

Ti lascio un invito.
Semplice, silenzioso, concreto.

Oggi, appena puoi, togliti le scarpe.
Stai a piedi scalzi.
Su un pavimento freddo, sull’erba, sulla terra.
Respira. Senti il contatto.
Non fare niente.
Solo lascia che il corpo ti riporti a casa.

A volte, per tornare a essere, basta iniziare da lì:
dal sentire.


Non dobbiamo essere pronti.
Dobbiamo solo essere vivi.
Non dobbiamo tornare al centro.
Dobbiamo (ri)tornare in contatto.

Se ti va, rispondimi con tre parole.


Non perfette, non pensate.
Solo vere.
Come stai davvero oggi?

Ci ritroviamo lì.
Nel punto esatto in cui si smette di correre.
E si ricomincia a respirare.

con affetto.


l'anima e le emozioni che attraversano il Digital Detox Festival

video preview

6 mesi di lavoro silenzioso.
3 giorni intensi.
Oltre 40 speaker.
Più di 600 cuori presenti.

2 minuti e mezzo per raccontare qualcosa che non si può spiegare… ma solo sentire.

Il Digital Detox Festival non è stato (solo) un evento.
È stato un tempo sospeso, dove ci siamo guardati negli occhi, ascoltati davvero, rallentati insieme.

È stato corpo, anima, radici.
È stato umano.

Guarda il video ufficiale: Rivivi il Digital Detox Festival

Se c’eri, ritroverai il respiro.
Se non c’eri, lasciati toccare da quello che abbiamo vissuto.

guarda alcune foto sul sito


✏️ la frase della settimana

“L’attenzione, presa nella sua forma più pura, è preghiera.”
Simone Weil


❤️ Diffondere il “verbo del digital wellbeing”

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